Incomprensioni e bagarre in Aula ieri a causa di un refuso: l’emendamento sugli eSports, infatti, riportava erroneamente la parola “sport”, perdendo il suo significato originario e quindi è stato repentinamente ritirato dal deputato di Fratelli d’Italia Alessio Butti. Una vocale che ieri, mercoledì 26 giugno, ha scatenato incomprensioni tali da portare al ritiro, in Camera, dell’emendamento sugli eSports. Durante la discussione alla Camera sulle linee generali in materia di Ordinamento Sportivo (il testo dell’emendamento 5.22 (ex 4.16) presentato da Butti presentava infatti la parola sport anziché eSports e al comma 1, dopo la lettera 1, recitava come segue: individuazione della figura del lavoratore nell’ambito degli sport e definizione, nell’ambito dell’ordinamento sportivo, della relativa disciplina in materia assicurativa, previdenziale e fiscale e delle regole di gestione del relativo fondo di previdenza). Un mero errore tipografico, da solo però capace di stravolgere il tutto.
“Credo che ci sia stato un refuso, solo apparentemente innocuo, nel senso che è sparita una vocale, la “e”, quindi penso sia mutato anche il significato e l’obiettivo del nostro emendamento, che riguardava videogiochi, giochi elettronici. La “e” precedeva il termine ‘sport’” – ha provato a giustificare Butti. Quando una vocale può stravolgere il senso di tutto. “Vedo che anche il relatore annuisce. Quindi non so se il parere contrario del relatore è riferito all’emendamento che noi stiamo valutando, che però ha nel suo contenuto questo refuso che ho appena indicato o se invece è nei confronti degli eSports” – ha continuato Butti.
Il deputato di FdI ha fatto riferimento agli eSports quali videogiochi competitivi, a livello tale da avere un mercato di un miliardo e mezzo di dollari e che, in qualità di discipline sportive, hanno attirato recentemente le attenzioni del Cio, per il quale esistono da oggi veri e propri cyberatleti che concorrono in competizioni con montepremi milionari, spesse volte su piattaforme tv, come Twitch, monopolio televisivo di queste competizioni: “Stiamo parlando di cyberatleti, allora vorrei capire se il parere era contrario riferito agli eSports oppure ad un emendamento che francamente visto così non ha alcun senso, e se così fosse, lo ritirerei anche”.
Daniele Belotti, relatore della Lega, ha spiegato che in forma ufficiale non sarebbe possibile l’approvazione di un emendamento sbagliato e stravolto dalla mancanza di una lettera ed ha giudicato i tempi un po’ “prematuri”, per gli eSports: “Definire uno sportivo uno che sta lì a smanettare davanti al computer magari non è proprio la mia idea di sport”. Secondo l’esponente della Lega, pur essendoci, da parte del Cio, un netto interesse per gli eSports, non è per essi ancora prevista disciplina sportiva. Di conseguenza l’emendamento 5.22 è stato ritirato.
Sempre per quel che riguarda l’ordinamento sportivo, Butti ha ritirato l’emendamento 5.19 stabilendo che l’organizzatore delle competizioni facenti capo alla Lega Serie A, per valorizzare ed incentivare le attività del sistema sportivo professionistico e le attività di prevenzione e di contrasto al gioco e alle scommesse, debba destinare una quota del 15% delle risorse economiche a favore delle leghe inferiori, della lega pallacanestro professionistica, alla FIGC, all’Autorità Nazionale Anticorruzione e infine al Fondo Anti-Ludopatia. Butti ha spiegato poi in Aula: “Noi proponiamo una diversa gestione e una diversa ripartizione dei ricavi dei diritti audiovisivi ottenuti dalla Lega Calcio di Serie A. Sappiamo bene tutti che praticamente tutti i gruppi nel corso degli anni ed anche in questa legislatura ne hanno proposto una sostanziale modifica”.
Butti ha fatto riferimento al Decreto Melandri, che stabilisce che la Serie A è tenuta a versare, tramite la Federazione, il 10% dei profitti della propria commercializzazione di diritti sportivi televisivi alle categorie inferiori: “Ricordo che all’estero, nella serie A spagnola, in Francia, in Inghilterra, fanno molto, molto di più, per aiutare, incentivare e agevolare non solo le categorie inferiori, ma anche altre discipline sportive. Il tema della ripartizione è stato oggetto anche di interventi significativi da parte dei Governi nel quinquennio precedente. Noi chiediamo di aumentare al 15 percento la percentuale da destinare non solo alle categorie inferiori ma anche all’Anac, perché sappiamo essere impegnata contro il fenomeno delle scommesse sportive clandestine, cioè gestite dalla malavita organizzata, e una parte da destinare anche al fondo antiludopatia, perché sappiamo perfettamente che il tema, così come lo avete affrontato nel decreto Dignità, non è stato affatto risolto”.
A Butti ha risposto Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri: “C’è una lettera specifica, perché la mutualità, così come è stata reimpostata, oggettivamente tradisce quello che era lo spirito originario da cui era nata. Per cui, sicuramente c’è la volontà di rendere partecipi anche altre discipline sportive. Se vuole fare un ordine del giorno, sono assolutamente disponibile a valutare la questione”.
Leave a Reply